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La nostra storia dal 1946 ad oggi
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MessaggioInviato: Mar Mag 20, 2008 3:45 pm    Oggetto:  La nostra storia dal 1946 ad oggi
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1946: Fusione Sampierdarenese /Andrea Doria
Nasce la Sampdoria


L’Unione Calcio Sampierdarenese-Doria “Sampdoria” è una delle società più giovani del calcio professionistico italiano. Nata nel dopoguerra mediante la fusione di due delle squadre più prestigiose del calcio italiano di inizio secolo: la Sampierdarenese Calcio (fondata nel 1911) e l’Andrea Doria (sezione calcio fondata nel 1900 da Francesco "Franz" Calì). Il 9 luglio 1946 presso lo studio dell’avvocato Bruzzone di Genova viene discussa e redatta la Convenzione che statuisce i termini della creazione della nuova società. Poco più di un mese dopo, il 12 agosto dello stesso anno, sempre presso lo studio dell’avvocato Bruzzone viene redatto l’atto formale di costituzione: “la Sampdoria, Unione Calcio Sampierdarenese Doria, si costituisce a Genova il 12 agosto 1946 in seguito a fusione per deliberazione delle assemblee generali della Associazione Calcio Sampierdarenese, in data 4 luglio, e della Sezione Calcio della Società Ginnastica Andrea Doria, in data 26 giugno, e come da Convenzione del 9 luglio”. Il capitale sociale della nuova società, pari a lire 17.500.000 di lire, fu versato e sottoscritto, tra gli altri, da Sanguineti, Parodi, Corti, Gambero e Torresi: nasce così l’Unione Calcio Sampdoria.

Questa fusione non ha nulla a che vedere con quella obbligata, per ragioni politiche, del 1926 con il nome di “Dominante” che vide la forzata fusione della Sampierdarenese, dell’Andrea Doria, della Corniglianese, della Sestrese e della Rivarolese. Ma questa decisione politica determina la chiusura degli stadi originali delle società: Villa Scassi (dove ora c'è via Cantore ndr) a Sampierdarena e il Cajenna . Il Cajenna era lo stadio dell'Andrea Doria e si trovava in via Clavarezza nel quartiere di Marassi schiacciato in senso verticale al Bisagno fra le carceri di Marassi e l'attuale stadio Ferraris. Quel rettangolo di gioco si era meritato l'apellativo di Cajenna per i ribollenti ardori agonistici "Fieggeu saplleta" era il grido che lancaiva capitan Calì nei momenti topici della partita. Il campo di gioco era separato da quello in uso al genoa da una semplice palizzata in legno. Una separazione che sparì a seguito di un accordo segreto conclusosi nel 1927 (dettato dalla forzata fusione fra l'Andrea Doria e la Sampierdarenese ndr) fra il segretario doriano Enrico Silvestri, il presidente rossoblù Guido Sanguineti e le gerarchie fasciste. A completare il tradimento il successivo passaggio dello stesso Sanguineti nella dirigenza genoana (divenendo, fra l'altro, il più abile dirigente della storia di quella società ndr). Infatti, il terreno venne ceduto proprio alla odiata rivale per ventimila lire; così accadde che il terreno dove i grifoni subirono tante sconfitte divenne la base dove fu costruita la gradinata nord.

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Calì

La storia narra che nel primo campionato del dopoguerra, ovvero 1945/46, entrambe le squadre militavano nel girone settentrionale della serie A. Al termine del campionato l’Andrea Doria si qualificò al 10° posto e la Sampierdarenese all’ultimo posto (14° ndr). La Sampierdarenese doveva, pertanto essere retrocessa allorquando, a seguito della riunificazione delle Federazioni Nord e Sud venne deciso di privilegiare i titoli sportivi acquisiti nel tempo: sicchè al nuovo campionato di serie A con 20 squadre a girone unico fu ammessa la Sampierdarenese a discapito dell’Andrea Doria. La cosa prese alla sprovvista i doriani che avevano già acquistato, per la considerevole cifra di 3.200.000, dal Vicenza l’emergente Bassetto. Si venne così a creare una situazione imbarazzante la Sampierdarenese in serie A con una situazione economico finanziaria disastrata e la “ricca” Andrea Doria retrocessa d’ufficio in serie B. Dopo una serie di incontri fra le due dirigenze ci si accordò per la fusione. La neonata società venne immediatamente ribattezzata dalla stampa sportiva la “squadra dei milionari”.

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Le maglie

Le avventurose vicende di Andrea Doria e Sampierdarenese. Dalla fusione che dà vita alla Dominante, al fallimento del progetto che dovrebbe dar luogo ad una unica squadra in grado di competere per la supremazia cittadina col Genoa. I vertici fascisti fanno e disfano, dando luogo ad una sarabanda senza fine. Dopo la guerra rinascono le due società che vengono ammesse alla serie A. Al termine della stagione 1945-46, nasce la Sampdoria.

Il primo torneo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, aveva visto la partecipazione di ben tre società genovesi al girone settentrionale della Serie A: il Genoa, l'Andrea Doria e la Sampierdarenese. Mentre scontata era stata l'ammissione di Genoa e Sampierdarenese, molto sorprendente era stata invece quella dell'Andrea Doria, che aveva potuto godere di un permesso speciale concessole dal Presidente della Federazione, Mauro, a causa delle vessazioni che questa società aveva subito durante il regime fascista. Infatti, l'Andrea Doria, nel 1928 aveva dovuto subire la fusione con la Sampierdarenese che aveva dato luogo alla Dominante, progetto portato avanti dagli alti comandi della 26° Legione della Milizia Fascista, un pò sul modello di quello che aveva portato alla costituzione della Roma e che in pratica mirava ad inglobare tutte le realtà calcistiche cittadine in una unica società. Gli ex doriani, però, non si erano dati per vinti e un gruppo di indomabili, capeggiati da paolo Franchetti, aveva costituito l'Alessandro Volta, presieduta da Olivari, la quale aveva ricomincaito dalla prima divisione dilettanti, per poi far rivivere l'antica denominazione Andrea Doria. Nel 1931-32, la squadra era arrivata in serie C, dove era rimasta sino al 1936, allorchè i soci dell'Andrea Doria dovettero arrendersi alle angustie economiche, di cui erano direttamente responsabili le gerarchie fasciste cittadine, che avevano mosso tutte le pedine possibili per strozzarli finanziarmente. Per quanto concerne la Sampierdarenese, essa era nata nel 1911 come Società Ginnastica Comunale, su impulso di un gruppo di studenti (Cornetto, Lenuzza, Riccardi, Scatti, Berlingeri, Pastorino, Calvi, Langerotto e Siegris). Dopo aver cominciato nella terza categoria, la Sampierdarenese era passata nel 1915 in seconda. Nel 1920, la sezione calcistica si rese autonoma e assorbì la dissestata Pro Liguria, acquisendo così il diritto a prendere parte al torneo di prima categoria. Infine, come abbiamo visto, nel 1928, anche la Sampierdarenese si era dovuta rassegnare alla scomparsa. Non era però finita lì, poichè nel frattempo, la Dominante aveva dato a sua volta luogo ad una nuova fusione con Rivarolese e Sestrese, dalla quale era nato il Liguria, esperimento che però ben presto era fallito con la caduta in serie C. Di fronte a questa situazione, il Segretario del Fascio di Sampierdarena, Benvenuti, aveva convocato Luigi Cornetto, uno dei fondatori della Sampierdarenese, il quale aveva ripreso contatto coi vecchi soci e aveva accettato l'incarico di ricostruire la società dalle fondamenta, con una unica condizione: quella di riprendere l'antica denominazione. La nuova società era andata talmente bene, da ritrovarsi nel giro di pochi anni in serie A. Ancora una volta, però, le turbolenze societarie erano dietro l'angolo e, quando le grandi acciaerie di Sestri e Cornigliano, che davano grande aiuto alla squadra, chiesero una compensazione per l'aiuto economico dato, il presidente Moio, un ex colonnello dei carabinieri divenuto capo dell'ufficio personale dell'Ansaldo, decise di darla mutando nuovamente il nome in Liguria. La sarabanda in questione, finì soltanto con l'arrivo della guerra, dopo di che, si tornò alla situazione esistente alla fine del primo conflitto mondiale, con Sampierdarenese e Andrea Doria ancora una volta sulla breccia.
Il torneo 1945-46, non fu molto brillante per il calcio della Superba. Tutte e tre le squadre cittadine, avevano dato luogo ad un torneo stentato, caratterizzato più dalle ombre che dalle luci. In particolare, l'Andrea Doria si era classificata al decimo posto, mentre la Sampierdarenese era arrivata quattordicesima ed ultima. Quando la Federazione decise di tornare al girone unico, si venne a creare una situazione abbastanza controversa, poichè la Sampierdarenese si trovava in cattive acque dal punto di vista economico, ma avrebbe avuto diritto a partecipare alla successiva serie A, mentre l'Andrea Doria, che sotto il profilo finanziario non aveva eccessivi problemi, si sarebbe trovata nella serie cadetta. Il tutto era dovuto alla decisione della Federazione di privilegiare i titoli sportivi acquisiti nel tempo. A rendere ancora più amaro il verdetto federale per i doriani, concorreva il fatto che i vertici societari, sulla base di assicurazioni precedenti, si erano già mossi bloccando Bassetto per la bella cifra di oltre tre milioni di lire. Fu a questo punto che Cornetto e Parodi decisero l'abboccamento segreto che avrebbe sbloccato una situazione intricatissima. Nel corso di un colloquio a quattro occhi, i due concordarono su un punto che difficilmente poteva essere confutato: tre squadre a Genova erano troppe. Quando Cornetto espose il risultato di questo colloquio all'assemblea dei soci della Sampierdarenese, l'accoglienza fu gelida, se non rabbiosa. Fu necessaria una seconda convocazione, nel corso della quale furono smussati alcuni angoli e date assicurazioni che fecero breccia anche nei soci più refrattari. Ma il passi definitivo venne nel corso di una terza assemblea, quando Corti, in rappresentanza della parte doriana perorò con tanta passione la necessità di unire le forze, da sgombrare il campo dalle ultime incomprensioni. Il 6 luglio 1946, nello studio dell'avvocato Bruzzone, fu così firmata la convenzione che sanciva la nascita della Unione Calcio Sampierdarenese-Doria, ovvero la Sampdoria. Presidente era Pietro Sanguineti.


E’ questa fusione che marca significativamente la società : la caratteristica maglia blucerchiata è il risultato dell’incontro/fusione delle maglie utilizzate dalle due società (entrambe militanti nella massima serie del campionato italiano) bianca con banda orizzontale rossonera della Sampierdarenese Calcio, bianca e blu verticale quella dell’Andrea Doria: una maglia che Nando Dalla Chiesa sulle pagine del "Corriere Della Sera" non ebbe remore a definire "la più bella di tutte"; il nome è il risultato della fusione dei nomi (l’ordine è stato dettato dal caso) delle due società.

Il primo allenatore fu il fiorentino Galluzzi.



Sampdoria-Video story



Stagione 1946/47
Serie A - 10 posto


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L’esordio della Sampdoria fu a Roma, la squadra venne sconfitta da una tripletta del centravanti giallorosso Amadei a cui rispose il bomber blucerchiato Bassetto col gol della bandiera: 3 a 1. La seconda giornata di campionato vide l’esordio casalingo della Sampdoria contro la Fiorentina, la partita fu vinta grazie al gol siglato al 4’ minuto della ripresa da Baldini.



Il 3 novembre 1946, alla presenza del presidente della Repubblica De Nicola, i blucerchiati disputano, e vincono J, il primo “derby della Lanterna” contro il Genoa il risultato finale di tre reti a zero porta le firme di Baldini (una memorabile cannonata, scoccata da trenta metri, incastratasi fra palo e traversa), Frugali e Fiorini. Al termine del campionato la squadra si piazza al decimo posto con 36 punti (frutto di 14 vittorie, 8 pareggi e 16 sconfitte).

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Il 2 marzo del 1947 si presenta a Marassi il Grande Torino. Due reti del 'bomber' Bassetto e una di Fiorini (per il Toro segnò Menti) consentirono alla Samp di ottenere un prestigioso risultato. A sei turni dal termine (dopo aver battuto il Genoa ' in casa sua' e infilato una serie di tre vittorie consecutive), si ritrovava al quinto posto in classifica. Purtroppo nelle ultime sei partite subì ben cinque sconfitte e scivolò al decimo posto (non male, comunque, per una debuttante).

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In un'Italia sconvolta, radicalmente cambiata dalla guerra, cambiò anche il girone unico. Dopo i due confusi "Campionati di Guerra" che avevano visto vincere prima, nel 1944, una squadra mai stata in Serie A, il sorprendente Spezia, vittorioso - grazie al contributo dei Vigili del Fuoco della città ligure - sulle mutilate Torino e Venezia, e poi, nel 1946 il Torino, che aveva così scritto il secondo capitolo della storia di quella grande squadra che negli anni '40 conquistò l'Italia intera, la FIGC riprese il completo controllo dei tornei.

Si ripartì dalla formula abbandonata per i problemi logistici dovuti alla guerra, il girone unico: la riammissione in Serie A dell'ex-Liguria, ora Sampdoria, e del Bari, retrocesse al termine del Campionato 1942-43, di Modena e Brescia, che avevano vinto in quell'anno la Serie B, della vecchia Alessandria, vincitrice di un Campionato Alta-Italia giocato tra squadre di Serie B e C del Nord-Italia nel 1946 e del Napoli, vincitore dell'analogo Campionato giocato nel Sud, aumentarono il numero delle squadre della prima categoria a venti.

Il campionato iniziò il 22 settembre 1946. Il Torino inizialmente non rispettò le previsioni, ma, pur ottenendo larghe vittorie in trasferta, pareggiò le prime tre partite casalinghe contro Triestina, Sampdoria e Juventus. Alla decima giornata furono in testa Juventus e Bologna, poi gli emiliani si bloccarono, persero tre gare di fila e lasciarono arrivare in testa alla fine del girone d'andata i bianconeri, campioni d'inverno il 2 febbraio 1947 davanti al Torino e al sorprendente Modena che, come il Livorno di qualche anno prima, era riuscito nell'impresa di ottenere ottimi risultati con giocatori provenienti dalle serie minori.

Con l'inizio del girone di ritorno la lanciatissima Juventus crollò improvvisamente e perse prima ad Alessandria e poi in casa contro il Milan; nelle settimane successive fu così costretta ad inseguire l'inedita coppia formata dai cugini e dal Modena. Furono però i granata ad allungare: alla 30. giornata, il 4 maggio, il vantaggio del Torino su bianconeri e canarini era di 5 punti, il 1 giugno di 7 e lo scudetto diventò matematico già a tre giornate dalla fine, con il pareggio di Bari. Alla fine, i punti di vantaggio su Juve e Modena furono rispettivamente 10 e 12.

La lotta in fondo alla classifica venne vinta al fotofinish dalla Fiorentina, mentre caddero Venezia e Brescia. Retrocesse anche la Triestina, che fu però risparmiata a causa della difficile situazione in cui si era ritrovata la città di Trieste dopo la fine della guerra: per i giuliani il campionato non fu assolutamente tranquillo, ma tanto agitato da portare la squadra a decidere di giocare le proprie gare casalinghe allo Stadio "Moretti" di Udine. Il ripescaggio della squadra portò dunque ad un ulteriore allargamento della Serie A, che fu formata da 21 squadre per il solo Campionato 1947-48.


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MessaggioInviato: Mar Mag 20, 2008 4:19 pm    Oggetto:  Stagione 1947/48 Serie A - 14° posto
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Commento alla stagione della Sampdoria 1946/47

L’esordio della Sampdoria fu a Roma, la squadra venne sconfitta da una tripletta del centravanti giallorosso Amadei a cui rispose il bomber blucerchiato Bassetto col gol della bandiera: 3 a 1. La seconda giornata di campionato vide l’esordio casalingo della Sampdoria contro la Fiorentina, la partita fu vinta grazie al gol siglato al 4’ minuto della ripresa da Baldini.

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Il 3 novembre 1946, alla presenza del presidente della Repubblica De Nicola, i blucerchiati disputano, e vincono J, il primo “derby della Lanterna” contro il Genoa il risultato finale di tre reti a zero porta le firme di Baldini (una memorabile cannonata, scoccata da trenta metri, incastratasi fra palo e traversa), Frugali e Fiorini. Al termine del campionato la squadra si piazza al decimo posto con 36 punti (frutto di 14 vittorie, 8 pareggi e 16 sconfitte).

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Il 2 marzo del 1947 si presenta a Marassi il Grande Torino. Due reti del 'bomber' Bassetto e una di Fiorini (per il Toro segnò Menti) consentirono alla Samp di ottenere un prestigioso risultato. A sei turni dal termine (dopo aver battuto il Genoa ' in casa sua' e infilato una serie di tre vittorie consecutive), si ritrovava al quinto posto in classifica. Purtroppo nelle ultime sei partite subì ben cinque sconfitte e scivolò al decimo posto (non male, comunque, per una debuttante).

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Gli attaccanti Baldini e Bassetto realizzano rispettivamente 18 e 13 reti : saranno i “gemelli del gol” sino all’arrivo della coppia Vialli-Mancini. Il primo capitano blucerchiato fu Bruno Gramaglia, la prima formazione era così composta: Bonetti, Borrini, Zorzi, Fattori, Bertani, Gramaglia, Fabbri, Bassetto, Baldini, Fiorini, Frugali.


Tabellini partite 1946/47


PRESENZE
37 BALDINI
36 ZORZI
35 FATTORI
34 BARSANTI
31 FIORINI
30 BASSETTO, BORRINI, FABBRI
29 GRAMAGLIA
27 PIACENTINI
25 BONETTI
17 FRUGALI
13 LUSETTI
12 PISCHIANZ
11 D'ALCONZO
9 BERTANI
5 POGGI
3 BOVOLI, SILVESTRELLI
1 PARODI

MARCATORI
18 BALDINI
13 BASSETTO
13 FIORINI
4 BARSANTI
3 D'ALCONZO
3 FABBRI
2 FRUGALI
1 GRAMAGLIA

Commento al campionato di Serie A
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In un'Italia sconvolta, radicalmente cambiata dalla guerra, cambiò anche il girone unico. Dopo i due confusi "Campionati di Guerra" che avevano visto vincere prima, nel 1944, una squadra mai stata in Serie A, il sorprendente Spezia, vittorioso - grazie al contributo dei Vigili del Fuoco della città ligure - sulle mutilate Torino e Venezia, e poi, nel 1946 il Torino, che aveva così scritto il secondo capitolo della storia di quella grande squadra che negli anni '40 conquistò l'Italia intera, la FIGC riprese il completo controllo dei tornei.

Si ripartì dalla formula abbandonata per i problemi logistici dovuti alla guerra, il girone unico: la riammissione in Serie A dell'ex-Liguria, ora Sampdoria, e del Bari, retrocesse al termine del Campionato 1942-43, di Modena e Brescia, che avevano vinto in quell'anno la Serie B, della vecchia Alessandria, vincitrice di un Campionato Alta-Italia giocato tra squadre di Serie B e C del Nord-Italia nel 1946 e del Napoli, vincitore dell'analogo Campionato giocato nel Sud, aumentarono il numero delle squadre della prima categoria a venti.

Il campionato iniziò il 22 settembre 1946. Il Torino inizialmente non rispettò le previsioni, ma, pur ottenendo larghe vittorie in trasferta, pareggiò le prime tre partite casalinghe contro Triestina, Sampdoria e Juventus. Alla decima giornata furono in testa Juventus e Bologna, poi gli emiliani si bloccarono, persero tre gare di fila e lasciarono arrivare in testa alla fine del girone d'andata i bianconeri, campioni d'inverno il 2 febbraio 1947 davanti al Torino e al sorprendente Modena che, come il Livorno di qualche anno prima, era riuscito nell'impresa di ottenere ottimi risultati con giocatori provenienti dalle serie minori.

Con l'inizio del girone di ritorno la lanciatissima Juventus crollò improvvisamente e perse prima ad Alessandria e poi in casa contro il Milan; nelle settimane successive fu così costretta ad inseguire l'inedita coppia formata dai cugini e dal Modena. Furono però i granata ad allungare: alla 30. giornata, il 4 maggio, il vantaggio del Torino su bianconeri e canarini era di 5 punti, il 1 giugno di 7 e lo scudetto diventò matematico già a tre giornate dalla fine, con il pareggio di Bari. Alla fine, i punti di vantaggio su Juve e Modena furono rispettivamente 10 e 12.

La lotta in fondo alla classifica venne vinta al fotofinish dalla Fiorentina, mentre caddero Venezia e Brescia. Retrocesse anche la Triestina, che fu però risparmiata a causa della difficile situazione in cui si era ritrovata la città di Trieste dopo la fine della guerra: per i giuliani il campionato non fu assolutamente tranquillo, ma tanto agitato da portare la squadra a decidere di giocare le proprie gare casalinghe allo Stadio "Moretti" di Udine. Il ripescaggio della squadra portò dunque ad un ulteriore allargamento della Serie A, che fu formata da 21 squadre per il solo Campionato 1947-48.
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Stagione 1947/48
Serie A - 14° posto


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Presidente: Amedeo Rissotto/Aldo Parodi
Allenatore: Galluzzi/Adolfo Baloncieri

La seconda stagione blucerchiata inizia con i primi 'ex': Fiorini, Fattori e Frugali. I primi due approdano all'Inter, mentre Frugali si accasa nell'Alessandria. Galluzzi viene sostituito in panchina da Adolfo Baloncieri che scelse, come primo collaboratore, “Gipo” Poggi. Vengono ceduti Fattori, Fiorini, Fabbri e Frugali ed acquistati i deludenti Calichio, Garro e Koenig oltre a Ballico, Vicich e Bertoni (i primi due ed il quarto deludenti argentini).

Nel corso del secondo campionato della storia blucerchiata si avvicendano due presidenti : Amedeo Rissotto ed Aldo Parodi. Alla fine del campionato la squadra realizza di nuovo trentasei punti (frutto di 13 vittorie, 10 pareggi e 17 sconfitte) ma si classifica al 14mo posto. La coppia d’attacco Bassetto e Baldini realizzano rispettivamente 21 e 15 reti.

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Baldini

La stagione è contraddistinta dalla fantastica prestazione interna contro i vice campioni d’Italia : 5 a 2 dei blucerchiati contro la Juventus. Il 22 febbraio del 1948 scende a Marassi la Juve convinta di bissare il largo 4-1 con il quale aveva regolato la Samp nel match d'andata. Due 'doppiette' (Bassetto e Silvestrelli) e un tiro nella porta sbagliata dello juventino Parola permisero ai blucerchiati di ottenere un prestigioso successo.

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I due turni successivi furono altrettanto esaltanti: 5-3 alla Pro Patria e 4-2 a San Siro con l'Inter. Negli ultimi quattro turni la Samp ottiene 5 punti, frutto di una vittoria (4-0) con l'Alessandria e tre pareggi. Tanto valse per tenere a due punti di distanza la Salernitana che ritornò in serie B.

PRIMI PASSI

La "squadra dei milionari" dà luogo ad una robusta campagna acquisti, che vede arrivare oltre a Bassetto, il forte mediano Fattori. Dopo un ottimo inizio, la squadra allenata da Galluzzi chiude al decimo posto, vincendo i primi due derbies della storia. Nell'estate però, viene ceduto Fattori all'Inter, senza adeguato rimpiazzo. La stagione 1947-48 vede la Sampdoria arrancare in fondo alla classifica.

La neonata società, fu subito ribattezzata dalla stampa sportiva, la "squadra dei milionari", per effetto della floridezza economica apportata dai vecchi vertici doriani. La maglia prescelta, fu derivante dalla fusione tra i colori che avevano caratterizzato Andrea Doria, bianco-blu, e Sampierdarenese, bianco-rosso-nero. Allenatore fu scelto Galluzzi, ex giocatore di buon livello della Fiorentina che, una volta trasformatosi in tecnico, aveva introdotto il Sistema nella squadra gigliata. La squadra fu naturalmente composta attingendo al meglio delle rose di Andrea Doria e Sampierdarenese. Dalla prima furono prescelti il portiere Lusetti, i mediani Bovoli, Poggi e Gramaglia, l'interno Baldini, l'ala Parodi. Dalla Sampierdarenese furono invece scelti l'altro portiere Bonetti, il jolly difensivo Borrini, il mediano Bertani, l'interno Fiorini. La rosa fu naturalmente integrata con una robusta campagna acquisti che vide arrivare sotto la Lanterna i terzini Piacentini dal Torino, Pischianz dal Venezia e Zorzi dal Milan il forte mediano Fattori dal Vicenza, l'interno Bassetto (una grande promessa del calcio italiano) dal Vicenza, le ali Fabbri (il futuro Commissario Tecnico della Nazionale) dall'Inter e Frugali dall'Alessandria, e l'attaccante Barsanti, sempre dai nerazzurri milanesi. Con questa inquadratura, la Sampdoria andava ad affrontare il primo torneo della sua storia, con qualche timore, ma anche con fondate speranze di reggere l'urto con le consorelle. La prima partita, a Roma contro i giallorossi, confermò i timori della vigilia. Il centravanti romanista Amadei rispose con una tripletta alla rete di Bassetto, sollevando più di una perplessità in un ambiente che ancora ricordava il pessimo comportamento dell'anno precedente. Alla seconda giornata, però, Pinella Baldini regalò la prima vittoria della sua storia alla Sampdoria, proprio nella settimana che precedeva un impegno da far tremare i polsi, quello col Grande Torino. La partita del Filadelfia dette la conferma della buona levatura degli uomini di Galluzzi, il cui Sistema resse al confronto con quello della squadra monstre del momento. Ancora Baldini, fu autore della rete che pareggiò quella di Valentino Mazzola, regalando ai doriani un punto sul quale nessuno faceva affidamento alla vigilia. E quando alla quarta giornata anche il Milan veniva regolato in rimonta, con il solito Baldini autore stavolta di una doppietta, l'entusiasmo dell'ambiente doriano toccò le stelle. Fu la sconfitta interna con il Bologna a riportare tutti coi piedi per terra, ma fu un bene, in quanto nella successiva partita, Baldini e compagni affrontarono con la dovuta concentrazione il primo derby della storia con il Genoa. La stracittadina non ebbe praticamente storia e le reti di Baldini, Frugali e Fiorini consegnarono la vittoria alla Sampdoria, senza alcuna possibilità di replica della controparte. Dopo la sconfitta esterna con la Lazio, i doriani ripresero il loro cammino andando a violare il campo dell'Alessandria, per poi maramaldeggiare sul Bari a Marassi. Alla tredicesima giornata, grazie alla vittoria a tavolino a Venezia, gli uomini di Galluzzi si trovarono addirittura al quarto posto, ma da questo momento iniziò un periodo grigio che terminò solo alla prima giornata del girone di ritorno, col 4-0 inflitto alla Roma. Se la parte alta della classifica si era ormai allontanata decisamente, la Sampdoria continuò comunque con una andatura che gli permise di installarsi saldamente nella parte tranquilla della graduatoria e di togliersi ancora qualche soddisfazione, come la seconda vittoria nel derby di ritorno col Genoa, un 3-2 propiziato dalle reti di D'Alconzo e Bassetto (doppietta). Alla fine della stagione, la squadra doriana si classificò al decimo posto, un piazzamento che, se poteva provocare qualche rimpianto, poteva anche essere visto con una certa soddisfazione visto che era stato guadagnato insieme a squadre come Inter, Lazio e Genoa.
La squadra che si era comportata così validamente, fu però smantellata nel corso dell'estate. In particolare, fu ceduto il mediano Fattori, uno dei punti di forza della squadra, il quale fu prelevato insieme a Fiorini dall'Inter. Inoltre partivano il forte terzino Piacentini, in direzione Lazio e Mondino Fabbri, che andava all'Atalanta. Gli arrivi di Ballico dalla Spal, di Cassano e Koenig dalla Lazio, del terzino Vicich dalla Juventus e degli argentini Calichio, Garro e Bello, non compensarono le partenze e sin dalle prime giornate, la Sampdoria si trovò invischiata nella lotta per non retrocedere. Il nuovo tecnico, Baloncieri, non riuscì mai a dare una fisionomia netta ad una squadra in crisi di identità, ma per fortuna dei blucerchiati arrivò l'esplosione ad altissimi livelli di Adriano Bassetto a togliere le castagne dal fuoco. Le 21 reti del fortissimo interno, unite alle 13 di Baldini, consentirono alla Sampdoria di chiudere a 36 punti, due soltanto sopra la zona retrocessione. Gli errori dell'estate erano stati pagati a caro prezzo.


Ultima modifica di Homer il Sab Mag 29, 2010 11:41 am, modificato 4 volte in totale
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MessaggioInviato: Mar Mag 20, 2008 4:23 pm    Oggetto:  Stagione 1948/1949 Serie A: 5° posto
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Stagione 1948/1949
Serie A - 5° posto


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Nella foto si riconoscono, da sinistra in piedi, Curti, La Penna, Baloncieri, Zorzi, Rebuzzi, Pelizza (il massaggiatore), Baldini, Bassetto, Frugone (il magazziniere) e Gramaglia; in ginocchio, Lusetti, Coscia e Bertani.

Presidente: Aldo Parodi

Allenatore: Baloncieri

Il 29 maggio la Samp scrisse il capitolo più commovente della sua storia. Disputò contro il Torino il match di ritorno. La disputarono le squadre giovanili, alllora le più promettenti del campionato. Prima dell'incontro, i ragazzi della Samp appuntarono sul petto dei coetanei il tricolore.

Sotto la guida di Baloncieri la Sampdoria con 41 punti (frutto di 16 vittorie, 9 pareggi e 13 sconfittte) ottiene il quinto posto in classifica ed il suo attacco risulta inferiore solo per quattro reti a quello del « grande » Torino. I realizzatori di questa performance sono : Bassetto (14), Baldini (15), Gei (14), Lucentini (4) e Prunecchi (7).

Nella squadra giocano inoltre gli argentini Josè Curti e Juan Carlos Lorenzo. L’argentino Curti arrivò a Genova a campionato iniziato, esattamente il 14 ottobre 1948, tre giorni prima del derby contro il Genoa. Baloncieri dopo averlo esaminato decide di schierarlo in campo per l’importante partita. Dopo sei minuti di gioco sarà proprio l’argentino ad apriore le marcature: risultato finale Sampdoria 5 Genoa 1.

L’attacco della Sampdoria viene definito “atomico”. In data 27 febbraio 1949, in occasione della partita internazionale Italia Portogallo (4 a 1 ndt), il blucerchiato “Pinella” Baldini indossa per la prima volta la maglia azzurra della nazionale italiana rinverdendo i fasti del doriano Francesco “Franz” Calì primo capitano della nazionale azzurra (15 maggio 1910 - Milano - Arena: Italia - Francia: 6 - 2 ndr).

Si ricordano le larghe vittorie del derby (5-1), a Roma (4-2), a Bergamo (5-1), a Genova ancora contro l'Atalanta (4-2) e contro la Lucchese (5-0), a Parma - in campo neutro - contro la Pro Patria (4-1), ma anche le sonore sconfitte a Milano - sponda Inter - (4-2), nuovamente contro l'Inter in casa (0-4), a Torino con la Juve (5-1) e un rocambolesco pareggio (4-4) in casa contro la Pro Patria.

L'allenatore Baloncieri festeggiato dalla squadra sul campo di Marassi dopo la sonante vittoria per 5-1 nel derby del 17 ottobre 1948.

Dopo 6 minuti la Samp passa in vantaggio con Curti. I tifosi blucerchiati sembrano impazziti, i rossoblu gelati. Baldini raddopia al 16' e non serve anulla il gol di Corradini al 37', perché al 13' del secondo tempo Bassetto segna il terzo gol e un minuto dopo ci pensa Prunecchi a gelare le residue speranze del Grifone. Completa l'apoteosi ancora Curti che, al 18', mette il sigillo alla più sonante affermazione nella storia del Derby della Lanterna: Samp - Genoa 5-1.

Il torneo 1948-49 vede la Sampdoria, rinforzata da Gei, Curti, Lucentini, Lorenzo e Coscia, arrivare al quinto posto. La Sciagura di Superga impedisce però di guardare con gioia al risultato finale. La dirigenza doriana fa però un errore di valutazione e il mancato rafforzamento della rosa, produce una certa stasi di risultati negli anni a venire. Tredicesima nel 149-50 e dodicesima nell'anno successivo, è una sampdoria senza infamia e senza lode.

Gli errori dell'estate precedente, furono adeguatamente compresi dalla dirigenza doriana in quella del 1948. Stavolta le cose furono fatte con grande discernimento. La zavorra rappresentata dalla colonia argentina, fu rispedita al mittente e avvicendata con il centravanti Juan Carlos Lorenzo, prelevato dal Boca Juniors e l'interno Josè Osvaldo Curti, del River Plate, giocatori di sicuro livello che potevano garantire un rendimento costante. Sul mercato interno, erano da rilevare l'arrivo di Aristide Coscia, classico interno acquistato dall'Alessandria dopo aver costituito uno dei punti di forza della Roma tricolore del 1941-42 e quello di Renato Gei, interno dalle spiccate attitudini offensive prelevato dalla Fiorentina. Inoltre la società dimostrava di saper guardare al futuro, procedendo agli acquisti di due promesse come l'ala Lucentini del Tolentino e l'altra ala Prunecchi, che si era messo in grande evidenza nella Carrarese. In panchina rimaneva Adolfo Baloncieri, che stavolta riusciva ad assemblare al meglio la rosa consegnatagli dalla campagna estiva e, dopo aver limato in maniera adeguata le magagne che nell'anno precedente aveva portato verso il basso la squadra, riusciva a presentare ai nastri di partenza del torneo 1948-49 una formazione completamente rinnovata nel gioco e nello spirito. L'inizio non era dei migliori, soprattutto a causa di una non perfetta tenuta difensiva che vanificava le buone cose prodotte dal settore offensivo. Nelle prime quattro giornate la Sampdoria subiva la bellezza di dieci reti e guadagnava solo tre punti. Alla quinta giornata, però, il derby con il Genoa, fece vedere una squadra da sogno, capace di spazzare via l'avversaria concittadina con un roboante 5-1. La battuta di arresto col Modena, non scoraggiò i doriani, i quali nella settima giornata compirono una nuova impresa, sconfiggendo la Juventus 2-0. Alla decima giornata, il 4-2 esterno rifilato alla Roma, confermò le grandi attitudini offensive dei blucerchiati, risultato della sapienza tecnica e tattica di una coppia di interni come quella formata da Bassetto e Gei e della puntuale chiusura della manovra assicurata dal solito Baldini. Ma non soltanto loro, se si pensa che Baloncieri poteva contare anche su riserve di ottimo livello come Lorenzo e Lucentini, capaci di non far pesare troppo le eventuali assenze dei big e sulla costanza ad alti livelli di Coscia e Gramaglia. Dopo aver girato al quinto posto il girone di andata, la Sampdoria si confermò su alti livelli anche nella parte discendente del torneo, continuando a mostrare una facilità di manovra e una prolificità che autorizzavano la tifoseria a coltivare sogni di alta classifica. Alla quinta giornata di ritorno, addirittura, gli uomini di Baloncieri si trovavano al secondo posto, in coabitazione con l'Inter, ma una piccola crisi li allontanò dalla parte più nobile della classifica, anche se i blucerchiati non scesero mai sotto al quinto posto che sarebbe poi stato il piazzamento finale. Piazzamento che però contava poco, in considerazione della terribile sciagura che nel maggio del 1949 colpì il Grande Torino, il cui aereo andò a schiantarsi contro il muraglione della cattedrale di Superga. Era la più grave sciagura che avesse mai colpito il calcio italiano e pensare al pur ottimo comportamento della squadra in simili condizioni, diventava quasi impossibile.
L'estate del 1949, vide la dirigenza doriana muoversi con una certa circospezione. L'ottimo comportamento palesato dalla squadra nella stagione appena conclusa, spinse la società a pochi colpi, tesi a consolidare una rosa che aveva mostrato il suo valore. Ancora una volta la Sampdoria si rivolse al mercato argentino, sostituendo Curti, troppo discontinuo, con Sabbatella, ala del River Plate. Sul mercato interno, il colpo di maggior rilevanza fu quello riguardante il terzino Edy Gratton, acquistato dal Milan. Sempre in difesa, c'era da registrare l'innesto di Arrighini, roccioso terzino del Padova e di Umberto Mannocci, centromediano del Livorno, mentre la mediana veniva puntellata con l'acquisto di Agostinelli, mediano del Mantova. Era una campagna di semplice consolidamento e se da un lato, consentì alla Sampdoria di rimanere su discreti livelli di rendimento, dall'altro impedì alla squadra, ancora affidata a Baloncieri, di dar luogo ad una ulteriore crescita. Il tredicesimo posto finale confermò questa realtà. La dirigenza non volle però mutare linea e anche la campagna acquisti in vista della stagione 1950-51 vide soltanto ritocchi marginali. Arrivarono il mediano della nazionale svedese, Gaerd, che però non riuscì a dimostrare le sue doti e, dal Genoa, l'altro mediano Bergamo. Partiva però, verso la parte rossoblù della Lanterna, Baldini, e si trattava di una cessione abbastanza dolorosa, visto che l'interno era stato il primo giocatore sampdoriano ad indossare la maglia della Nazionale. Ne derivò un dodicesimo posto finale, senza infamia e senza lode.


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MessaggioInviato: Mar Mag 20, 2008 4:31 pm    Oggetto:  Stagione 1949/1950 Serie A - 13° posto
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Stagione 1949/1950
Serie A - 13° posto


Una formazione della Sampdoria del campionato 1949/50.
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In piedi: Arrighini, Gei, Sabbatella, Rebuzzi II, Coscia, Bertani.
In ginocchio: Bassetto, Baldini, Ballico, Bonetti, Gratton


Presidente: Aldo Parodi

Allenatore: Baloncieri - Poggi

Il presidente Parodi riconferma l'accoppiata Baloncieri - Poggi e mette a loro disposizione un organico rivoluzionato: dall'Argentina arriva l'ala sinistra Mario Sabbatella e dal Milan il terzino Gratton, inoltre Arrighini dal Padova e Parodi dal Livorno. Non erano acquisti eclatanti ma sopratutto "di qualità" e al termine la stagione risulta essere meno positiva: solo 33 punti (frutto di 13 vittorie, 7 pareggi e 18 sconfitte) ottiene il tredicesimo posto (quint’ultimo) in classifica.

L’attacco della Sampdoria continua ad essere “atomico” segnando 62 reti (di cui 21 realizzate da Bassetto) è la difesa che delude: imbarca acqua a più non posso: le reti subite sono 70!!

Dopo due interessanti e sonore vittorie (3-2 a Palermo e 4-1 a Marassi con la Roma), ci fu il terribile aprile blucerchiato che fruttò quattro sconfitte con Bologna, Como, Bari e Triestina. Dopo la vittoria con la Lucchese ed il pareggio esterno con la Pro Patria arrivarono altre due sconfitte (Fiorentina 1-4 e Juventus 0-4), ma la squadra riuscì comunque a salvarsi.

Si ricorda in questo campionato uno dei risultati più eclatanti: Venezia 3 - Sampdoria 7, con il singolare 'record' di Bassetto che mise a segno 4 reti in un tempo! Questa stabiliante vittoria fu preceduta dal Derb (vinto per 1 a 0 con rete di Bassetto) e seguita dalla vittoria per 3 a 0 sul Novara.

Anche questo campionato è caratterizzato da larghi punteggi, sia a favore sia contro: 4-0 al Torino e al Palermo a Marassi; 4-1 alla Roma e il già ricordato 7-3 a Venezia, ma anche le sconfitte subite in casa contro Lazio (2-5) e Juventus (0-4) e quelle a domicilio (5-1 a Milano col Milan e 4-1 a Torino col Toro e a Firenze).

Le giovani promesse della formazione “Primavera”, guidate da “Gipo” Poggi, vincono il trofeo di calcio giovanile di Viareggio : è il primo successo della storia blucerchiata!!


Ultima modifica di Homer il Ven Mag 23, 2008 4:46 pm, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Mar Mag 20, 2008 4:36 pm    Oggetto:  Stagione 1950/1951 Serie A - 13° posto
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Stagione 1950/1951
Serie A - 13° posto


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Genova, 22 aprile 1951: Derby della Lanterna.
Le formazioni in campo (da sinistra):
Becattini, Cattani, Bonetti, Castelli, Baldini, Mellberg, Nilsson, Melandri, Da Prati, Invernizzi, Tortarolo (per il Genoa) e Bertani, Coscia, Bassetto, Ballico, Bergamo, Gratton, Lucentini, Lusetti, Parodi, Gei, Sabbatella.


Grandi manovre all’interno della rosa : il presidente Parodi cede Baldini ed il portiere Bonetti al Genoa, ed ottiene Rino Bergamo. In panchina Baloncieri viene sostituito da Giuseppe Galluzzi che conferma, quale allenatore in seconda, “Gipo” Poggi. I risultati della squadra sono deludenti e Galluzzi viene esonerato e sostiotuito da Poggi. Dopo poco tempo Poggi richiese alla società di essere affiancato e la scelta cadde su Alfredo Foni. Al termine del campionato i punti sono 33 (frutto di 12 vittorie, 9 pareggi e 17 sconfitte) ed il piazzamento finale è il tredicesimo.

L'attacco atomico era finito e lo dimostra il misero bottino di 51 gol segnati; in compenso la difesa era sempre 'ballerina' tanto che subì ben 76 reti. Come detto la difesa non era certo una garanzia! Lo testimoniano il 3 a 0 subito a Novara all'esordio, il sonante 5 a 1 inflitto dall'Inter a San Siro, il rotondo 4 a 0 di Napoli, il 3 a 0 di Udine, il 4 a 1 a Palermo, l'altisonante 7 a 2 in casa della Juve, un altro 4 a 0 subito dall'Inter (questa volta in casa), i 4 gol a zero rimediati a Lucca, 3 a 0 a Firenze e 5 a 0 a Roma con i giallorossi. Nelle ultime due partite del campionato la Samp ottenne due risultati eclatanti (sembrava essersi risvegliato il famoso attacco atomico): 7 a 2 al Bologna e 5 a 1 al Palermo!

Grande importanza fu ottenuta dal « derby della Lanterna » in quanto entrambe le formazioni erano in lotta per non retrocedere. Alla fine del primo tempo i blucerchiati conducevano per 2 a 1 ma nel secondo tempo furono raggiunti ma a tre minuti dal termine la partita, una 'rasoiata' di Sabbatella, non molto angolata ma potentissima, trafisse l'ex Bonetti e condannò i 'cugini' all'emigrazione in serie B!

Viene assunto nell’organigramma societario un ragioniere specializzato in pratiche burocratiche: l’indimenticato cavaliere Mario Rebuffa che immediatamente, e fino al triste autunno del 1995, diventa un vero e proprio punto di riferimento della società blucerchiata.
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MessaggioInviato: Mar Mag 20, 2008 4:40 pm    Oggetto:  Stagione 1951/1952 Serie A - 7° posto
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Stagione 1951/1952
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Una formazione della Sampdoria del 1951/52.
In piedi: Oppezzo, Coscia, Bergamo, Moro, Ballico, Fommei. Accosciati: Sabbatella, Lorenzo, Podestà, Gei e Gratton.


E' il primo campionato in cui la Sampdoria è l'unica squadra genovese della massima categoria ! Alfredo Foni grazie all’ottimo finale di campionato viene riconfermato sulla panchina blucerchiata. Campionato migliore del precedente con un settimo posto alle spalle delle grandi. È ormai tramontato l'attacco atomico, ma in compenso la difesa funziona molto meglio (40 reti al passivo contro le 76 del torneo precedente).

La campagna acquisti è decisamente ambiziosa porta fra le file dei blucerchiati il portiere della nazionale Giuseppe “Bepi” Moro, che sarà molto amato dai tifosi sampdoriani, i mediani Opezzo e Fommei oltre a tre giovani talenti: Conti, Gotti e Emiliano Farina. Alla fine del campionato la Sampdoria ottiene il settimo posto con 41 punti (frutto di 16 vittorie, 9 pareggi e 13 sconfitte). I gol realizzati sono stati 48 di cui solo 12 del bomber Bassetto costretto a saltare molte delle partitre a causa di una fastidiosa malattia.

Le note salienti si riferiscono alle vittorie contro le prime della classe ( in casa, 4-0 alla Lazio, 2-1 alla Juve, e fuori, 1-0 alla Fiorentina e simile punteggio a San Siro contro l'Inter). Le note dolenti arrivano dalla 'rilassatezza' con la quale la Samp affronta le squadre cosiddette 'facili' (ma questa è una malattia cronica - vedi la sconfitta a Lecce, poi retrocesso, l'anno dello scudetto). Infatti quell'anno si registrano le sconfitte a Trieste (1-0), Padova (2-1), Como (2-1) e i pareggi interni (1-1) con Padova e Lucchese.
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MessaggioInviato: Mar Mag 20, 2008 8:13 pm    Oggetto:  Stagione 1952/1953 Serie A - 10° posto
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Stagione 1952/1953
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A causa di dissidi con il presidente Parodi l’allenatore Foni non viene confermato, alla guida della squadra c’è, per nove giornate, il mitico “Gipo” Poggi che sarà sostituito, dopo il “voltafaccia” di Lajos Czeizler, da Ivo Fiorentini. Anno non molto positivo, la Samp si piazza nelle ultime posizioni utili per non retrocedere grazie anche a due vittorie neglle ulme due partite.

Anche quest'anno la Samp ottiene risultati lusinghieri contro le grandi, riuscendo a battere il Milan del trio GRE-NO-LI a Marassi (2-1) e l'Inter Campione, sempre a Marassi (2-0). Altro risultato di prestigio il 4 a 0 rifilato alla Fiorentina.

L'attacco segna sempre di meno (ma quest'anno il campionato presenta al via solamente 18 squadre), ma la difesa continua a farsi valere (solamente quattro squadre subiscono meno reti della Samp). Nell'estate del '53 nasce la Sampdoria targata Ravano.

Al termine della stagione la Sampdoria ottiene il decimo posto in classifica con 31 punti (frutto di 9 vittorie, 13 pareggi e 12 sconfitte). Il bomber Bassetto gioca l’ultima delle sue 196 partite con la maglia della Sampdoria segnando, all’Inter campione d’Italia, il suo novantatresimo gol in blucerchiato. Il suo record durerà sino al 1994 è sarà Roberto Mancini a superarlo!!

Ma l’episodio che caratterizzò la stagione fu “l’invenzione” di “Bepi” Moro nella partita del 3 maggio contro l’Udinese. La Sampdoria stava perdendo per una rete a zero quando, all’ottantatresimo, Moro chiamò a sè il centravanti Galassi per scambiarsi le maglie. Quindi Moro partì all’attacco chiedendo insistentemente il pallone: si slanciò, superò due difensori bianconeri e passò il pallone a Gei il quale servì Conti al centro dell’area che realizzò il gol del pareggio.

Ecco come descrive Giuseppe "Pinella" Baldini ricorda il grande portiere blucerchiato: "Per me fu il migliore di tutti, lui era quello delle parate impossibili. Incredibile come riuscisse ad arrivare negli angoli, metteva in difficoltà qualunque attaccante. Però era capace anche di errori banali, magari gli passava la palla in mezzo alle gambe". Bepi Moro era un autentico para rigori: il suo score è di 46 rigori parati su 60!!!

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Una formazione della Sampdoria del 1952/53.
In piedi: Bassetto, Gotti, Arce, Ballico, Moro, Galassi. In ginocchio: Fommei, Oppezzo, Coscia, Podestà e il capitano Gei.
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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 12:53 am    Oggetto:  Stagione 1953/1954 Serie A - 8° posto
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Stagione 1953/1954
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Continua l'antica tradizione: a buone prestazioni contro le grandi fa' da contraltare la scarsa concentrazione con la quale si affrontano le squadre inferiori (vittoriosa in casa contro Milan e Fiorentina la Samp uscì sconfitta dai campi di Triestina, Palermo, Spal e Novara).

L’armatore Alberto Ravano rileva la presidenza del club blucerchiato nel corso dell’estate del 1953, fra i suoi primi atti c’è quello di assumere, quale allenatore, Paolo Tabanelli. Il mercato: vengono ceduti Moro e Bassetto, ritorna in blucerchiato il bomber Baldini e vengono acquistati il portiere Pin dall’Udinese e gli juventini Mari, Hansen e la giovane promessa Mario Tortul. Alla fine del campionato la squadra si classifica all’ottavo posto con 34 punti (frutto di 11 vittorie, 12 pareggi e 11 sconfitte). Il punto debole della squadra risulta essere l’attacco con solo 38 reti segnate a fronte delle 40 incassate.

Con questo Campionato, che rivede il Genoa in serie A, inizia l'era Ravano. L'ottavo posto finale consente alla Samp di attestarsi nelle posizioni di centro-classifica a poca distanza dalle formazioni maggiormente accreditate.I risultati clamorosi non compaiono in questo campionato della Samp. Le uniche eccezioni sono i 3 a 0 subiti a Roma con la Lazio e a Novara e il 2 a 0 conseguito sul campo del Bologna.

A Marassi derby ligure dopo il ritorno del Genoa nella massima serie. La Sampdoria passa di stretta misura, grazie alla rete messa a segno da Testa. L'incontro di ritorno si risolverà con un salomonico 0-0.

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Nella foto il blucerchiato Fommei svetta su tutti, mentre i compagni controllano la situazione.
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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 12:56 am    Oggetto:  Stagione 1954/1955 Serie A - 9° posto
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Stagione 1954/1955
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Una formazione del Campionato 1954/55.
In piedi: Testa, Pin, Chiappi, Mari, Tortul, Bernasconi. Accosciati: Farina, Podestà, Baldini, Conti, Ronzon.


Edmondo Gigione Costa entra in azione in questa calda estate del 1954. Su segnalazione di mister Tabanelli, il valente manager sampdoriano (che sarà presidente negli anni Settanta) realizza un colpo straordinario. Dall'Atalanta arriva Gaudenzio Bernasconi, l'Orsacchiotto che con le sue 338 presenze lascerà un marchio indelebile nella storia della società. Con lui entrano a fare parte della rosa il terzino Farina, il mediano Chiappin e la veloce ala sinistra Arrigoni.

Per fare fronte ai problemi riscontrati nel reparto offensivo, a campionato iniziato viene acquistato dal Rosario Central Humberto Rosa. E' un campionato vissuto senza infamia e senza lode. Nelle prime quattro sfide protagonista è, nel bene e nel male, il numero 3. Tortul, Baldini, Ronzon e la Lazio viene schiantata a domicilio (3-1). Gunnar Nordahl si prende una gustosa rivincita dopo le deludenti prestazioni del Milan nell’anno precedente: tripletta a Marassi, ma che altro si poteva fare contro avversari che si chiamano Buffon, Maldini, Liedholm e Ricagni.

La settimana successiva il vendicativo Sabbatella inchioda due volte Pin, nel 3-1 rifilato dalla Triestina: poi, in casa, si assiste a un pirotecnico 3-3 con la Fiorentina, laddove dal 50’ al 66’ i padroni rimontano dallo 0-3 (autorete di Cappucci, Ronzon e Farina). All’ottava, dopo lo 0-1 di Torino granata, è penultimo posto: la settimana successiva, precisamente il 14 novembre 1954, c’è da disputare il derby, contro un Genoa che si trova soltanto un gradino sopra.

L’azzurro Carapellese porta in vantaggio il Grifone al 19’: la Samp non ci sta e Ronzon pareggia poco prima dell’intervallo. Le emozioni non finiscono qui. Al 47’ segna Tortul, palla al centro e il Genoa pareggia un minuto dopo con Dal Monte. La Sampdoria alterna prova straordinarie, come la stupenda vittoria in casa del Diavolo (3-1) che porta le firme di Ronzon, Conti e Mari oppure il 5-1 rifilato a una Vecchia e irriconoscibile Signora, a prova indecorose, come le due sconfitte a Busto Arstizio e Ferrara, in casa delle ultime della classe.

Nono posto, a pari merito con il Torino, a pochi punti da Juventus e Internazionale, rispettivamente settime e ottave. E' l'anno della classe operaia. Lo scudetto va al Milan, ma alle sue spalle ci sono Udinese, Roma, Bologna, Fiorentina e Napoli. La tranquillità arriva grazie a una difesa rocciosa, la quinta del campionato, ed a un buon attacco che vanta tre giocatori in doppia cifra: Baldini, Conti e Ronzon, tutti a quota 10 gol. Ma si distinguono anche Tortul (9) e Rosa (8).

I derby? Tutti pareggi, tutti contenti. A fine stagione Lajos Czeizler affianca in panchina Tabanelli. E' l'ultima stagione di Pinella Baldini: 73 reti in 186 gare ufficiali. In virtù di queste cifre, il numero nove blucerchiato può godersi un meritato riposo.
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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 1:03 am    Oggetto:  Stagione 1955/1956 Serie A - 6° posto
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Stagione 1955/1956

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Presidente: RAVANO ALBERTO

Allenatore: TABANELLI/CZEIZLER

6° classificata in serie A

Capocannoniere: Firmani 17 reti

AGOSTINELLI ARRIGONI BERNASCONI CHIAPPIN COLANGELI CONTI FARINA FIRMANI MARI MARTINI MEROI PIN ROSA ROSIN RONZON TORTUL

“Eddie” Firmani, attaccante sudafricano proveniente dall’Inghilterra (Charlton), fa il suo arrivo nella squadra blucerchiata a fronte di un costo di 80 milioni. Oltre a Firmani giungono in blucerchiato Rosin, Martini e Meroi. Sotto la guida di Czeizler la Sampdoria festeggia il suo primo decennale con il sesto posto in classifica e 35 punti (frutto di 12 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte). Firmani soprannominato “Tacchino freddo” segna 17 reti Ronzon e Tortul ne realizzano dieci a testa. Inoltre Firmani alla tredicesima giornata eguaglia il record di segnature nella stessa partita detenuto da Bassetto realizzando 4 reti nel corso dell'incontro casalingo contro la Pro Patria (7 - 0 il risultato finale ndr).

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"Eddie" Firmani
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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 1:07 am    Oggetto:  Stagione 1956/1957 Serie A - 5° posto
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Stagione 1956/1957

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Presidente: RAVANO

Allenatore: CZEIZLER/RAVA/AMORETTI/DODGIN

5° classificata in serie A

Capocannoniere: Firmani 12 reti

AGNOLETTO AGOSTINELLI ARRIGONI BARDELLI BERNASCONI CONTI FARINA FIRMANI GIORDANO MAROCCHI MARTINI MEROI MORI OCWIRK PODESTA' RECAGNO RONZON ROSIN TORTUL VICINI

Il presidente Ravano acquista dal Vicenza il futuro allenatore della nazionale italiana Azeglio Vicini, Mori dal Padova oltre ad Ernst Ockwirk, Agnoletto ed il portiere Bardelli. La squadra fa un buon inizio di campionato ottenendo 6 risultati positivi: tre vittorie (la prima spettacolare rifilando sei reti al Padova) e tre pareggi. Firmani offre la sua migliore prestazione con la maglia della Sampdoria segnando 12 delle 56 reti complessive, fra gli altri realizzatori si ricordano Ockwirk, (11 reti) e Conti (10 reti). Al termine della stagione ottiene il quinto posto in classifica (eguagliando il record stabilito nella stagione 48/49 ndt) con 35 punti finali (frutto di 12 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte). Durante questa stagione quattro giocatori blucerchiati vengono chiamati a difendere i colori della nazionale italiana di calcio sono : Firmani, Farina, Tortul e Agnoletto.
La Sampdoria conosce il “valzer” degli allenatori: sulla panchina si susseguono Czeizler, Rava, Amoretti e l’inglese Dodgin.
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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 1:09 am    Oggetto:  Stagione 1957/1958 Serie A - 12° posto
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Stagione 1957/1958

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Presidente: RAVANO

Allenatore: DODGIN/BALONCIERI

12° classificata in serie A

Capocannoniere: Firmani 23 reti

AGOSTINELLI ARRIGONI BARDELLI BERNASCONI BOLZONI CONTI FARINA FIRMANI GIORDANO MAROCCHI MARTINI MORA MORI OCWIRK ROSIN UZZECCHINI RECAGNO SARTI TORTUL VICINI

La Sampdoria cambia poco con l’intenzione di confermare i buoni risultati della precedente stagione, l’inglese Dodgin viene confermato sulla panchina. Ma nonostante le 62 reti segnate di cui ventitré siglate da Firmani, ottiene solo la dodicesima piazza in classifica con 30 punti (frutto di 9 vittorie, 12 pareggi e 13 sconfitte). I tifosi blucerchiati si consolano con la prestigiosa vittoria ottenuta sui campioni d’Italia della Juventus (che schierava Omar Sivori) per 3 a 2 al termine di una fantastica rimonta … infatti la Sampdoria stava soccombendo per 2 a 0!! Le giovani promesse della formazione “Primavera”, fra cui ricordiamo Mora, Bolzoni e Recagno, vincono il trofeo di calcio giovanile di Viareggio : è il secondo successo della storia blucerchiata!!
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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 1:13 am    Oggetto:  Stagione 1958/1959 Serie A - 5° posto
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Stagione 1958/1959

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Presidente: RAVANO

Allenatore: MONZEGLIO

5° classificata in serie A

Capocannoniere: Milani 13 reti

BARDELLI BERGAMASCHI BERNASCONI BOLZONI CUCCHIARONI DE GRASSI DELFINO GRABESU MILANI MAROCCHI MEROI MORA OCWIRK RECAGNO ROSIN SARTI TOMASIN TOSCHI UZZECCHINI VERGAZZOLA VICINI VINCENZI

La Sampdoria viene rinnovata, in panchina viene chiamato Eraldo Monzeglio, che ha vinto il campionato del mondo del 1934, un allenatore semplice ma efficace. Il mercato vede la dolorosa cessione di Firmani all’Inter (per 150 milioni) e l’arrivo di Vincenzi, Bergamaschi, Milani, Toschi e dell’argentino Tito Cucchiaroni che diventerà il nuovo idolo della tifoseria blucerchiata. Monzeglio si trova così a guidare una squadra di "simpatici vecchietti" con cui il divertimento sarà assicurato.Infatti, al termine della stagione la Sampdoria eguaglia il primato è quinta in classifica realizzando 38 punti (frutto di 15 vittorie, 8 pareggi e 11 sconfitte), Milani è il nuovo goleador con 13 reti seguito da Cucchiaroni (10 reti) Mori (8 reti) e la coppia Recagno Ockwirk (6 reti a testa).
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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 1:18 am    Oggetto:  Stagione 1959/1960 Serie A - 8° posto
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Stagione 1959/1960

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Presidente: RAVANO

Allenatore: MONZEGLIO

8° classificata in serie A

Capocannoniere: Cucchiaroni 10 reti

BARDELLI BERGAMASCHI BERNASCONI BOLZONI CUCCHIARONI DE GRASSI DELFINO GRABESU MAROCCHI MENCACCI MILANI MORA OCWIRK RECAGNO ROSIN SKOGLUND TOMASIN TOSCHI VERGAZZOLA VICINI VINCENZI

Lennart « Nacka » Skoglund arriva a Genova. L’idolo della nazionale svedese della coppa del mondo del 1950 sconfitta dal Brasile (dove militava il diciassettenne Pelè), dopo nove anni passati nelle file dell’Inter e considerato al tramonto totalizzerà ancora 78 presenze in blucerchiato (realizzando 15 reti) ed apporterà notevole classe ed esperienza alla già forte formazione doriana. Sfortunatamente l’incidente del forte attaccante Milani costringe la Samp a perdere il contatto con le prime (a causa di una serie di cinque sconfitte consecutive). Malgrado tutto la Sampdoria riesce ad ottenere un dignitoso ottavo posto con 35 punti (frutto di 11 vittorie, 13 pareggi e 10 sconfitte). Al termine della stagione la Sampdoria viene invitata a New York per partecipare alla prima edizione della International Soccer League, il risultato sarà un onorevole terzo posto nel proprio girone eliminatorio.

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Tito Cucchiaroni
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MessaggioInviato: Mer Mag 21, 2008 1:39 am    Oggetto:  Stagione 1960/61 Serie A - 4 posto
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Stagione 1960/61

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La rivelazione-Sampdoria, quarta in Serie A.

La formazione della Sampdoria nella storica stagione 1960/1961.
In piedi, da sinistra, Cucchiaroni, Vincenzi, Ocwirk, Lojodice, Vicini e Bergamaschi. In ginocchio, Brighenti, Marocchi, Rosin, Recagno e Bernasconi.

Paradossi della storia, sia pure calcistica. Sampdoria e Catania, due squadre così diverse eppure accumunate da un anno in particolare: il 1946. Era terminata la seconda guerra mondiale e il popolo italiano stava finalmente togliendosi di dosso con fatica il peso del conflitto bellico. Il calcio era un mezzo per superare i problemi della miseria e della povertà. Genova e Catania, due città molto distanti tra loro, avevano deciso di creare in quell’anno una sola squadra nata dalle ceneri di altre due.Così, come dalla Virtus e dalla Catanese nacque l’attuale Catania, dalla fusione della Sampierdarenese e dell’Andrea Doria si fondò la Sampdoria. La maglia blucerchiata era la fusione dei colori sociali delle due squadre su cui echeggiava lo stemma di San Giorgio. Il primo atto fra Sampdoria e Catania è datato 2 gennaio 1955. Il rossazzurri al loro esordio contro il Doria, pareggiano 1-1 rispondendo con Gori all’ 85° alla rete di Rosa al 70°. Stagione 1960-61 E’ il 16 aprile 1961. Le due squadre sono in lotta in serie A per un posto nel calcio europeo e addirittura i rossazzurri hanno cullato l’idea di poter toccare la vetta della classifica. Al “Luigi Ferraris” la Samp vince 2-0 con reti di Ernesto Cucchiaroni, estrosa ala sinistra argentina, al minuto 38 e di Sergio Brighenti, capocannoniere blucerchiato, all’ 83°. La stagione seguente, la corazzata di Di Bella, prova a fare lo sgambetto alla formazione genovese. E’ la 21° giornata e in una giornata di freddo in terra ligure, l’ala destra del Catania Caceffo, sostituto naturale del titolare Castellazzi, al 12° minuto porta in vantaggio i catanesi. Ma la Sampdoria allenata da Eraldo Monzeglio entra in partita e in cinque minuti, fra il 15° e il 20°, ribalta il punteggio con le marcature di e rifila agli etnei quattro reti con Cucchiaroni e Brighenti. Il bomber andrà a rete ancora due volte, vissando il punteggio sul definitivo 4-1

Il Campionato di Serie A 1960-61 fu il cinquantanovesimo campionato di calcio italiano, il ventinovesimo giocato a girone unico.
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